Modifiche al Codice Doganale dell’Unione Europea (CDU)
Le recenti modifiche al nuovo Codice Doganale dell’Unione Europea (CDU) favoriscono una pià agevole determinazione del valore delle merci in dogana determinare il valore delle merci in dogana – scambiate tra società correlate.
E’ alle società unite da una relazione di controllo o collegamento, che si è pensato quando sono state effettuate modifiche al Codice Doganale dell’Unione Europea (CDU), ripensando alla disciplina del transfer pricing in dogana, ovvero l’insieme di regole contabili che consentono di rettificare il valore commerciale di un’operazione intercorsa tra le due società in oggetto.
Determinare il valore delle merci presso il deposito doganale a Milano – scambiate tra società correlate – diventa più facile dunque, tutto ciò allo scopo di combattere le frodi doganali, favorendo la rideterminazione a valore cd. “normale” da parte dell’Autorità doganale dell’importo modificato ad arte, sfruttando le possibilità offerte dall’avere una strettissima relazione con l’altra società.
Una certa transazione, veniva modificata allo scopo di beneficiare favorevolmente dell’’aliquota daziaria (e, successivamente anche di quella sull’aliquota IVA) applicabile al caso di specie, o per spostare componenti di reddito in regimi fiscali di favore.
In sostanza, per ricorrere al criterio della “forfettizzazione” denominato dal Legislatore europeo, metodo della “semplificazione”, occorrerà molto più semplicemente provare: che, alla data dell’importazione, gli importi inclusi nel valore dichiarati nel deposito doganale a Milano basati sul metodo del valore di transazione e gli importi relativi agli aggiustamenti, non sono quantificabili; congiuntamente, che l’applicazione del procedimento della dichiarazione incompleta comporta un costo amministrativo sproporzionato.